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Festival di Musica Medievale e Rinascimentale

FLORES MUSICAE

21. – 24. settembre 2023 / Nova Gorica e Collio sloveno
Festival di Musica Medievale e Rinascimentale

FLORES MUSICAE

21. – 24. settembre 2023 / Nova Gorica e Collio sloveno
21. 9. 2023/ 20.00

I fratelli ciechi di Bruges

Chiesa di Santo Stefano, Salcano
21. 9. 2023/ 20.00

I fratelli ciechi di Bruges

Chiesa di Santo Stefano, Salcano
22. 9. 2023 / 20.00

Raitknecht 1692 – musica della fine del XVII secolo proveniente da tutta l’Europa

Castello Kromberk
22. 9. 2023 / 20.00

Raitknecht 1692 – musica della fine del XVII secolo proveniente da tutta l’Europa

Castello Kromberk
23. 9. 2023 / 11.00

Soloindue – cantar alla viola

Chiesa di San Michele, Šmihel
23. 9. 2023 / 11.00

Soloindue – cantar alla viola

Chiesa di San Michele, Šmihel
23. 9. 2023 / 20.00

Kind of Satie

Mala dvorana, Kulturni dom Nova Gorica
23. 9. 2023 / 20.00

Kind of Satie

Mala dvorana, Kulturni dom Nova Gorica
24. 9. 2023 / 18.00

Hidden songs – canzoni nascoste

Villa Vipolže
24. 9. 2023 / 18.00

Hidden songs – canzoni nascoste

Villa Vipolže
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Festival di Musica Medievale e Rinascimentale

Dopo sei edizioni, il festival Giorni di Musica Antica, che è succeduto alla serie Musica Cortese, ha subito un cambiamento e una rinascita. Nel 2017 il festival, che si svolge a Nova Gorica e nel Collio goriziano, è stato rinominato in Flores Musicae, e il diaspon della musica rinascimentale è stato ampliato con la musica medievale.

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Bor Zuljan – direttore artistico del festival Flores Musicae

Da quasi un decennio il programma è diretto da Bor Zuljan, acclamato chitarrista e liutista goriziano, che si dedica a diversi generi musicali e cerca costantemente una sintesi tra la musica contemporanea e quella antica, le diverse tradizioni della musica del mondo, il jazz e l’improvvisazione.

Per il il tredicesimo anno consecutivo, all’inizio dell’autunno, il Festival Flores Musicae arricchirà gli eventi concertistici del Goriziano. Questa volta sarà interamente dedicato alla viola da gamba, un bellissimo strumento ad arco che affonda le sue radici nel Medioevo e che, come il liuto, è andato lentamente scomparendo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Sono rimasto affascinato da questo strumento già la prima volta che l’ho visto in televisione, quando ancora non conoscevo le pratiche storiche degli esecutori: grazie al suo splendido suono e a una sorta di violoncello a sei corde e capotasti, mi sembrava, da chitarrista, lo strumento più perfetto. In seguito ho saputo che in quell’occasione era suonata dal virtuoso sloveno della viola da gamba, Domen Marinčič, che si esibirà nuovamente con il suo strumento originale del XVIII secolo in duo con il tiorbista inglese Sam Chapman, eseguendo non solo noti compositori europei ma anche musiche di uno sconosciuto compositore di Lubiana della fine del XVII secolo. Saranno preceduti da un programma di musica rinascimentale della giovane gambista e cantante italiana di eccezionale talento Giovanna Baviera, una delle poche ad aver perfezionato la pratica storica di esecuzione dell’accompagnamento strumentale con la viola da gamba. Il rinomato gruppo di musica medievale Sollazzo Ensemble, guidato da Anna Danilevskaia, presenterà musica del XV secolo sull’antenato della viola da gamba, la viella o fidula. Due concerti, come è ormai consuetudine, si allontaneranno dalla prassi esecutiva strettamente storica per visitare altri mondi musicali. Nel primo, ascolteremo Marco Ambrosini, virtuoso di uno strumento affine alla viola da gamba: sulla intrigante viola a chiavi o nyckelharpa, in quartetto con i musicisti iraniani Haleh Seyfizadeh e Golfam Khayam, e con me al liuto, presenteremo un nuovo programma di musica tra la tradizione persiana e quella europea, tra il vecchio e il nuovo, tra l’Oriente e l’Occidente. L’ultimo concerto sarà tenuto da uno dei più importanti gambisti del nostro tempo, l’italiano Paolo Pandolfo che, in trio con il fratello goriziano, il trombettista Andrea Pandolfo, e il fisarmonicista e pianista Michelangelo Rinaldi, con la sua straordinaria viola da gamba elettroacustica, presenterà un programma di nuova musica ispirato al compositore francese Erik Satie. Tra composizione e improvvisazione, tra antico e contemporaneo, tra musica classica e jazz – il concerto mostrerà le nuove strade possibili di questo bellissimo strumento antico, quasi dimenticato, e dimostrerà che la musica non ha limiti.

Dopo sei edizioni, il festival Giorni di Musica Antica, che è succeduto alla serie Musica Cortese, ha subito un cambiamento e una rinascita. Nel 2017 il festival, che si svolge a Nova Gorica e nel Collio goriziano, è stato rinominato in Flores Musicae, e il diaspon della musica rinascimentale è stato ampliato con la musica medievale. In un’amichevole collaborazione transfrontaliera con il DRAMSAreM Centro Giuliano di Musica Antica, e con il sostegno finanziario del Comune di Nova Gorica e del Ministero della Cultura, presentiamo interessanti ensemble con approcci innovativi e freschi alla musica antica. Nelle calde giornate autunnali Il revival delle armonie del passato diventa così un piacevole preludio alla nuova stagione musicale. Oltre ai concerti si tengono masterclass per liuto, chitarra, arpa, clavicembalo e canto antico, nonché altri eventi interessanti con visite guidate gratuite ed eventi enogastronomici che promuovono il patrimonio culturale dei luoghi del festival. I concerti di musica storica uniti alle perle del nostro patrimonio culturale formano un’esperienza musicale molto speciale.

 

S festivalom Flores Musicae načrtujemo nadaljevanje v tej smeri, osredotočeni na obdobje srednjega veka in renesanse. Radi pa bi vsako leto vključili tudi današnje glasbene ustvarjalce, ki gojijo v svoji glasbi močan vpliv srednjeveške in renesančne glasbe ali so na kakršenkoli način povezani z le-to. Sodelovanje se tako že pripravlja z različnimi vrhunskimi glasbeniki: s švicarsko jazz pevko Suzanne Abbuehl, ki v svojem modalnem jazzu pogosto uporablja vplive stare glasbe, ki jo je podrobno spoznala v mladih letih kot čembalistka; z iranskima glasbenicama Haleh Seyfizadeh in Golfam Khayam, ki iščeta povezave med klasično perzijsko glasbeno tradicijo in renesančnimi skladatelji, kot je na primer John Dowland. Festival skuša s čimbolj odprtim in širokim pogledom na staro glasbo ter z vključevanjem z njo povezanih drugih glasbenih žanrov ozaveščati širšo publiko in za tovrstno glasbo navdušiti tudi nove poslušalce.

 

Dogodki festivala so bili od samega začetka postavljeni v objekte srednjeveške in renesančne arhitekturne dediščine, kot so cerkev Sv. Mihaela v Šmihelu, Frančiškanski samostan Kostanjevica v Novi Gorici, Grad Kromberk, cerkev Sv. Križa v Kojskem, Vila Vipolže, cerkev Sv. Tilna v Svetem pri Komnu, Grad Štanjel in druge. V prihodnjih letih bi želeli s to glasbo napolniti še nova in drugačna prizorišča. Radi bi obudili nekatere nove arhitekturne bisere, kot je na primer cerkev Sv. Marije Vnebovzete v Vitovljah, hkrati pa poskusili najti tudi drugačne lokacije, bodisi v naravi bodisi v prostorih, kjer taka glasba ne zveni pogosto.

 

Festival tako ohranja svojo edinstveno osebnost in integriteto ter z manjšimi, vendar edinstvenimi in kvalitetnimi, skorajda butičnimi produkcijami, zapolnjuje kulturno ponudbo Goriške.

Quest’anno i concerti del festival si terranno in tre location suggestive: Villa Vipolže (Collio Sloveno), Chiesa di S. Michele (Šmihel, Nova Gorica) e Basilica Dell’assunzione Della Vergine di Monte Santo (Nova Gorica).

VILLA VIPOLŽE (COLLIO SLOVENO)
L’identità del Collio, la terra dei momenti inebrianti, è stata scolpita dai venti internazionali e dalla terra nativa. Vipolže è nota per due palazzi, quello più giovane nella parte alta del paese e quello vecchio nella parte orientale del paese, l’odierna Villa Vipolže, che racconta la sua storia nel cuore del mondo slavo, germanico e romanico. La villa, circondata dai pittoreschi vigneti del Collio, negli anni ha subito diverse trasformazioni: da casino di caccia per i piaceri estivi dei conti goriziani e delle famiglie nobili degli Herberstein, Della Torre, Attems ed infine Teuffenbach a una magnifica villa rinascimentale del XVII secolo.

I veneziani la trasformarono in residenza estiva a forma rettangolare e vi aggiunsero due torrette angolari con decorazione veneziana e una fontana barocca. Il periodo delle due guerre mondiali non risparmiò nemmeno la Villa Vipolže che per l’ultima volta fu colpita da un incendio nel 1948. In seguito la bella addormentata sporadicamente ospitava qualche festival del vino e festa sulla pista da ballo di nuova costruzione. Oggi la villa si sta affermando come nuovo centro congressuale culturale della regione, circondata da uno splendido parco con fontana barocca.

CHIESA DI S. MICHELE, ŠMIHEL
Tra le perle architettoniche che vogliamo far rivivere vi è anche la chiesa di S. Michele a Šmihel, che si trova nel territorio della comunità locale di Ozeljan-Šmihel vicino a Nova Gorica. La chiesa filiale di S. Michele a Šmihel è la chiesa più antica della parrocchia di Sambasso (Šempas) (lo dimostra anche il fatto che le chiese dedicate a San Michele venivano costruite come simbolo della vittoria del cristianesimo sui pagani) e negli anni ha subito tre ricostruzioni. L’originaria chiesetta senza campanile sarebbe stata costruita nel XV secolo. Il campanile e la sacrestia furono aggiunti nel XVIII secolo.

Il presbiterio gotico della fine del XV secolo è dipinto con affreschi che rappresentano scene della Bibbia, santi e simboli. Furono restaurati tra il 1906 e il 1909. Nel 1962 si realizzarono le copie degli affreschi, ora conservate nella Galleria Nazionale di Lubiana, e nel 2021, in occasione del 500° anniversario della prima menzione scritta della chiesa, è iniziato il loro secondo restauro. Successivamente vi fu portato un altare barocco in marmo e pietra, la cui sommità è ornata da uno stemma nobiliare. Nella nicchia dell’altare si trova una statua di S. Michele della fine del XV secolo, opera della “scuola di Tolmezzo” in Friuli. S. Michele in una mano tiene una spada, simbolo di capo militare, con la quale ha sconfitto Satana, che giace ai suoi piedi. Nell’altra mano tiene una bilancia con la quale pesa le anime in nome di Dio e giudica se sono degne o meno di andare in cielo.

BASILICA DELL’ASSUNZIONE DELLA VERGINE, MONTE SANTO
Sopra il fiume Isonzo all’altezza di Salcano si erge ripida la via del pellegrinaggio a Monte Santo (Sveta Gora), che con la sua magnifica basilica, il monastero francescano, la casa del pellegrino, il centro spirituale ed educativo TAU e il suo ristorante rappresenta una perla della Via dei Monti Sacri, un percorso europeo che collega i tre santuari di pellegrinaggio. Oltre a quello di Monte Santo la Via comprende anche il Santuario della Beata Vergine di Castelmonte e il Santuario di Maria Zell sul monte Kanalski Kolovrat. Le prime menzioni della chiesa risalgono al 1368, ma dopo varie vicissitudini ed eventi storici essa fu consacrata solo nel 1544.

Nello stesso anno il Patriarca di Aquileia, Marino Grimani, donò alla chiesa la sua più grande opera d’arte, la misericordiosa Madonna, molto probabilmente opera del pittore veneziano Jacopo Negretti (Palma il Vecchio). Nel 1565 Carlo d’Asburgo, duca d’Austria, nomina custodi della via di pellegrinaggio i francescani profughi dalla Bosnia. Il pellegrinaggio a Monte Santo fu abolito nel 1786 dall’Imperatore riformista Giuseppe II, la chiesa e il monastero furono venduti all’asta e i francescani si trasferirono a Gorizia. Forse l’incoronazione dell’immagine di Madonna del Monte Santo con la corona d’oro del capitolo Vaticano nel 1717 convinse l’imperatore Francesco II a correggere l’ingiustizia e decidere, nel 1793, che la “Profuga” – l’immagine della Regina di Monte Santo deve tornare da Salcano a Monte Santo. La fama della via di pellegrinaggio si diffuse e nel 1907 papa Pio X concesse alla chiesa il titolo di basilica. Nel 1915 la basilica fu distrutta dalle granate italiane e fu ricostruita nello stesso luogo solo tra il 1920 e il 1932. Oltre all’immagine di Madonna misericordiosa, la basilica presenta anche mirabili vetrate (vetrate colorate) disegnate dal professore veneziano Corrompaio (1939), che raffigurano santi e sante e altri uomini di chiesa.

Barbara Poša Belingar
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