Group 10708
22. 9. / Giovedì / 20:00

Viaggio a Samarcanda

1° concerto
22. 9. / Giovedì / 20:00

Viaggio a Samarcanda

1° concerto
23. 9. / Venerdì / 18:00

Federico Rossignoli

2° concerto
23. 9. / Venerdì / 18:00

Federico Rossignoli

2° concerto
23. 9. / Venerdì / 20:00

Paola Erdas

3° concerto
23. 9. / Venerdì / 20:00

Paola Erdas

3° concerto
24. 9. / Sabato / 20:00

Piers Faccini, glas, kitara in Malik Ziad

4° concerto
24. 9. / Sabato / 20:00

Piers Faccini, glas, kitara in Malik Ziad

4° concerto
25. 9. / Domenica / 17:00

Capella Pratensis: Josquin Desprez – Ave Maris Stella

5° concerto
25. 9. / Domenica / 17:00

Capella Pratensis: Josquin Desprez – Ave Maris Stella

5° concerto
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Festival di Musica Medievale e Rinascimentale

Dopo sei edizioni, il festival Giorni di Musica Antica, che è succeduto alla serie Musica Cortese, ha subito un cambiamento e una rinascita. Nel 2017 il festival, che si svolge a Nova Gorica e nel Collio goriziano, è stato rinominato in Flores Musicae, e il diaspon della musica rinascimentale è stato ampliato con la musica medievale.

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Bor Zuljan – direttore artistico del festival Flores Musicae

Da quasi un decennio il programma è diretto da Bor Zuljan, acclamato chitarrista e liutista goriziano, che si dedica a diversi generi musicali e cerca costantemente una sintesi tra la musica contemporanea e quella antica, le diverse tradizioni della musica del mondo, il jazz e l’improvvisazione.

Dopo sei edizioni, il festival Giorni di Musica Antica, che è succeduto alla serie Musica Cortese, ha subito un cambiamento e una rinascita. Nel 2017 il festival, che si svolge a Nova Gorica e nel Collio goriziano, è stato rinominato in Flores Musicae, e il diaspon della musica rinascimentale è stato ampliato con la musica medievale. In un’amichevole collaborazione transfrontaliera con il DRAMSAreM Centro Giuliano di Musica Antica, e con il sostegno finanziario del Comune di Nova Gorica e del Ministero della Cultura, presentiamo interessanti ensemble con approcci innovativi e freschi alla musica antica. Nelle calde giornate autunnali Il revival delle armonie del passato diventa così un piacevole preludio alla nuova stagione musicale. Oltre ai concerti si tengono masterclass per liuto, chitarra, arpa, clavicembalo e canto antico, nonché altri eventi interessanti con visite guidate gratuite ed eventi enogastronomici che promuovono il patrimonio culturale dei luoghi del festival. I concerti di musica storica uniti alle perle del nostro patrimonio culturale formano un’esperienza musicale molto speciale.

Da quasi un decennio il programma è diretto da Bor Zuljan, acclamato chitarrista e liutista goriziano, che si dedica a diversi generi musicali e cerca costantemente una sintesi tra la musica contemporanea e quella antica, le diverse tradizioni della musica del mondo, il jazz e l’improvvisazione. Vincitore di molti premi e riconoscimenti per i suoi album da solista e per quelli registrati con il suo ensemble La Lyra, ha conseguito un master in chitarra (prof. Dušan Bogdanović), in liuto (prof. Jonathan Rubin) e in musica medievale (prof. Francis Biggi) alla Haute école de musique di Ginevra. Lavora come assistente di ricerca su un progetto di improvvisazione e fantasia su liuto, tema della sua tesi di dottorato, in collaborazione con il centro di studi sul Rinascimento dell’Università di Tours, Francia. Insegna in due conservatori a Ginevra e occasionalmente tiene conferenze in prestigiose istituzioni di fama mondiale.


Foto: Gregoire Fillion

Il Festival Flores Musicae – musica del Medioevo e del Rinascimento festeggia 11 anni. Dal suo inizio, quando portava ancora il nome Giorni di musica antica, ha ospitato quasi 55 concerti, 10 conferenze e master class internazionali su un vasto territorio tra il Goriziano, il Carso, il Collio, il Friuli e Lubiana. Gli scorsi eventi hanno suscitato interesse del pubblico, scoprendo molteplici tesori architettonici e piazzando la nostra regione sulla mappa internazionale degli eventi di musica antica.

 

Il festival, uno dei rari festival mondiali esclusivamente basato sulla musica medievale e rinascimentale, dal suo inizio offre programmi originali e poco ascoltati, lontani dal mainstream. Ogni anno porta in Slovenia leader mondiali e allo stesso tempo offre spazio non solo ai giovani musicisti sloveni ma anche a quelli affermati. Oltre a tutto ha dato grande importanza alla musica connessa al territorio sloveno e ha coprodotto un nuovo programma di musica del compositore rinascimentale e liutista Giacomo Gorzanis che è uscito nel 2018 sull’album della rinomata casa editrice Arcana (Outhere music).

 

Fin dall’antichità, il Mediterraneo è stato un importante crocevia e crogiolo di diverse culture e religioni, nonché culla della cultura europea. Anche nel Medioevo e nel Rinascimento il Mediterraneo era considerato il centro del mondo che univa la Repubblica di Venezia e gli Ottomani, Arabi, Ebrei e Cristiani, mentre in Europa, la riscoperta della cultura dell’antica Grecia e dei Romani ha portato a una rinascita, al Rinascimento.

 

I concerti di quest’anno dunque verteranno attorno al tema più ampio del Mediterraneo: dal viaggio medievale dalla Spagna attraverso l’intero Mediterraneo e l’Asia centrale alle polifonie vocali dell’Italia rinascimentale eseguite dalla rinomata Cappella Pratensis; e da un doppio concerto solista con le musiche del clavicembalista napoletano Antonio Valente interpretate da Paola Erdas seguito dal suono della chitarra rinascimentale nelle mani del triestino Federico Rossignoli fino al cantautore e trovatore moderno Piers Faccini, che nella sua musica ci fa riscoprire influenze dell’intero Mediterraneo nonché della musica medievale e rinascimentale.

 

Prendetevi un momento per voi stessi e abbandonatevi al fascino e al potere unico della musica che in pochi momenti può portarvi in luoghi lontani.

 

Quest’anno i concerti del festival si terranno in tre location suggestive: Villa Vipolže (Collio Sloveno), Chiesa di S. Michele (Šmihel, Nova Gorica) e Basilica Dell’assunzione Della Vergine di Monte Santo (Nova Gorica).

VILLA VIPOLŽE (COLLIO SLOVENO)
L’identità del Collio, la terra dei momenti inebrianti, è stata scolpita dai venti internazionali e dalla terra nativa. Vipolže è nota per due palazzi, quello più giovane nella parte alta del paese e quello vecchio nella parte orientale del paese, l’odierna Villa Vipolže, che racconta la sua storia nel cuore del mondo slavo, germanico e romanico. La villa, circondata dai pittoreschi vigneti del Collio, negli anni ha subito diverse trasformazioni: da casino di caccia per i piaceri estivi dei conti goriziani e delle famiglie nobili degli Herberstein, Della Torre, Attems ed infine Teuffenbach a una magnifica villa rinascimentale del XVII secolo.

I veneziani la trasformarono in residenza estiva a forma rettangolare e vi aggiunsero due torrette angolari con decorazione veneziana e una fontana barocca. Il periodo delle due guerre mondiali non risparmiò nemmeno la Villa Vipolže che per l’ultima volta fu colpita da un incendio nel 1948. In seguito la bella addormentata sporadicamente ospitava qualche festival del vino e festa sulla pista da ballo di nuova costruzione. Oggi la villa si sta affermando come nuovo centro congressuale culturale della regione, circondata da uno splendido parco con fontana barocca.

CHIESA DI S. MICHELE, ŠMIHEL
Tra le perle architettoniche che vogliamo far rivivere vi è anche la chiesa di S. Michele a Šmihel, che si trova nel territorio della comunità locale di Ozeljan-Šmihel vicino a Nova Gorica. La chiesa filiale di S. Michele a Šmihel è la chiesa più antica della parrocchia di Sambasso (Šempas) (lo dimostra anche il fatto che le chiese dedicate a San Michele venivano costruite come simbolo della vittoria del cristianesimo sui pagani) e negli anni ha subito tre ricostruzioni. L’originaria chiesetta senza campanile sarebbe stata costruita nel XV secolo. Il campanile e la sacrestia furono aggiunti nel XVIII secolo.

Il presbiterio gotico della fine del XV secolo è dipinto con affreschi che rappresentano scene della Bibbia, santi e simboli. Furono restaurati tra il 1906 e il 1909. Nel 1962 si realizzarono le copie degli affreschi, ora conservate nella Galleria Nazionale di Lubiana, e nel 2021, in occasione del 500° anniversario della prima menzione scritta della chiesa, è iniziato il loro secondo restauro. Successivamente vi fu portato un altare barocco in marmo e pietra, la cui sommità è ornata da uno stemma nobiliare. Nella nicchia dell’altare si trova una statua di S. Michele della fine del XV secolo, opera della “scuola di Tolmezzo” in Friuli. S. Michele in una mano tiene una spada, simbolo di capo militare, con la quale ha sconfitto Satana, che giace ai suoi piedi. Nell’altra mano tiene una bilancia con la quale pesa le anime in nome di Dio e giudica se sono degne o meno di andare in cielo.

BASILICA DELL’ASSUNZIONE DELLA VERGINE, MONTE SANTO
Sopra il fiume Isonzo all’altezza di Salcano si erge ripida la via del pellegrinaggio a Monte Santo (Sveta Gora), che con la sua magnifica basilica, il monastero francescano, la casa del pellegrino, il centro spirituale ed educativo TAU e il suo ristorante rappresenta una perla della Via dei Monti Sacri, un percorso europeo che collega i tre santuari di pellegrinaggio. Oltre a quello di Monte Santo la Via comprende anche il Santuario della Beata Vergine di Castelmonte e il Santuario di Maria Zell sul monte Kanalski Kolovrat. Le prime menzioni della chiesa risalgono al 1368, ma dopo varie vicissitudini ed eventi storici essa fu consacrata solo nel 1544.

Nello stesso anno il Patriarca di Aquileia, Marino Grimani, donò alla chiesa la sua più grande opera d’arte, la misericordiosa Madonna, molto probabilmente opera del pittore veneziano Jacopo Negretti (Palma il Vecchio). Nel 1565 Carlo d’Asburgo, duca d’Austria, nomina custodi della via di pellegrinaggio i francescani profughi dalla Bosnia. Il pellegrinaggio a Monte Santo fu abolito nel 1786 dall’Imperatore riformista Giuseppe II, la chiesa e il monastero furono venduti all’asta e i francescani si trasferirono a Gorizia. Forse l’incoronazione dell’immagine di Madonna del Monte Santo con la corona d’oro del capitolo Vaticano nel 1717 convinse l’imperatore Francesco II a correggere l’ingiustizia e decidere, nel 1793, che la “Profuga” – l’immagine della Regina di Monte Santo deve tornare da Salcano a Monte Santo. La fama della via di pellegrinaggio si diffuse e nel 1907 papa Pio X concesse alla chiesa il titolo di basilica. Nel 1915 la basilica fu distrutta dalle granate italiane e fu ricostruita nello stesso luogo solo tra il 1920 e il 1932. Oltre all’immagine di Madonna misericordiosa, la basilica presenta anche mirabili vetrate (vetrate colorate) disegnate dal professore veneziano Corrompaio (1939), che raffigurano santi e sante e altri uomini di chiesa.

Barbara Poša Belingar
Pubbliche relazioni, organizzazione e
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